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La Parisienne boho di Isabel Marant incontra il suo animo di rockstar western. Una virata che sa di country da stage, risuonando con la scena musicale che oggi impazza per i nuovi singoli di Beyoncé. È ora le mille e una frangia a chiudere i cappotti come nuovi poncho, le sciarpe in camoscio, le bag laserate come tracolle, i cowboy boot, i gilet rodeo, la grossa maglieria per i piccoli abiti. Tra quelle stampe snake per i vestiti fluttuanti. Tra i maculati per collant da concerto e maxi colli di faux fur. Pelle rosso fuoco, tocchi metallici e grandi borchie a infiammare l’atmosfera.
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I giochi di layering sono la parola d’ordine per Rabanne. Sovrapposizioni di capospalla che ingigantiscono le silhouette, giustapposizioni di gonne di materiali antitetici come la lana e la metal mesh, maglie legate in vita compongono la silhouette di stagione tra urban coolness e accenti gipsy. Frange di canotte strette sui fianchi per un effetto scialle, stampe remixate di fiori e di check conferiscono un che di gitano alla collezione immaginata da Julien Dossena, acclamato da un parterre che vedeva in prima fila l’amico e maestro Nicolas Ghesquière. I touch metal diventano accenti sulle collant puntellate da pastiglie argentee, frange per le gonne corte o reti per gli abiti sottoveste. Fantasie geometriche si mescolano in uno stesso look giocando con combinazioni di colori accesi. Dai saloni couture della maison al Pavillion Vendôme il passo è breve ma la distanza di pensiero è molta. Daniel Roseberry crea uno stacco netto tra la couture e il prêt-à-porter di Schiaparelli. «Il mio desiderio è far sognare anche con pezzi della vita quotidiana che però devono avere qualcosa di speciale, che si colleghino al Dna della maison e ai contrasti della sua fondatrice, Elsa Schiaparelli», spiega il designer. Elementi dell’immaginario americano come il denim, i texani, le frange e le fibbie vengono remixati con la simbologia del marchio a comporre un guardaroba di pezzi essenziali come il blazer, il piumino corto, il suit o l’abito da sera. Tra accessori eye catching e gioielli bold. La collezione guarda ai codici del fondatore Hubert de Givenchy. La nuova Hepburn indossa ora un corto abito argentato con una lingua sottile come coda, ora un black dress dove la scollatura è sormontata da un minuto alettone che protende incorniciandola. Oppure è paillettato da cima a fondo. Il tailleur è pulito, da portare con occhiali scuri. Il cappotto doppiopetto, croppato in vita, ha volumi couturish mentre copre il busto come una cappa. Il coat è preciso e punteggiato da piccole piume che si alzano. Altre volte è bon ton o drammaticamente gonfio e furry. Compare quello cosparso di applicazioni come ciuffi di frange. Quando è sartoriale, il capospalla prende i codici formali dell’uomo avvicinandosi alla silhouette femminile e scendendo fino a terra. Sotto, un morbido turtleneck e pantaloni ampi preziosamente damascati per un touch più disinvolto. Tra fiocchi, da quelli come cerchietto sulle teste a quei nastri sui talloni, ecco la notte fluida, trasparente, che rivela il corpo e scopre le spalle. Rick Owens ha optato per il soft power con silhouette eleganti a maglia giustapposte da una voluminosità unica per la collezione autunno 2024 Parola d’odine: femminilità, che si rivela dolcemente e senza imporsi tramite canotte e abiti in pizzo, che dominano la collezione, ma anche nei tessuti sheer e nelle rouches che caratterizzano i vestiti eterei e fluttuosi. I jeans e le silhouette morbide ci riportano agli anni ’70, quando Gaby Aghion fondò la maison. Chloé, infatti, torna ad essere una storia di donne raccontata da donne, dove i capezzoli sono mostrati con fierezza insieme agli accessori che non hanno solo una funzione estetica, ma anche utile: borse maxi che possono contenere tutto il necessario per affrontare gli impegni della giornata con eleganza, ma anche ballerine e cerchietti per capelli. La palette colori è dolce e femminile, al bianco e nero si affiancano neutri come il beige, accostati ai dettagli rigorosamente gold che si ritrovano nei gioielli, nelle maxi cinture con logo e nelle borse. Più avanti nel corso della sfilata la donna Chloé mostra tutto il suo carattere con uscite che alternano pellicce a trench, mantelle e in generale capispalla importanti caratterizzati da tessuti abbondanti e preziosi. Gli stivali cuissardes abbinati ai body creano un contrasto tra la morbidezza dei tessuti e delle silhouette viste precedentemente, raccontando la storia di una donna poliedrica e autentica. Tornando in pedana, sfila una cross-pollination come un’ode alla black culture che ha caratterizzato e reso grande il lavoro di Abloh. «Ho riflettuto su quanto la cultura americana, e da questa quella occidentale, sia stata influenzata dalla cultura nera. Basti pensare alla musica e allo stile, dal jazz all'hip hop», continua il direttore artistico, svelando un fashion che vuole avere la lettera maiuscola «F» come indicatore di «fun». Prima arriva il womenswear, poi l'abbigliamento maschile che filtrano con i codici di Off-white come le frecce che diventano un nuovo motivo all-over su cui stampare una costellazione acida. L’uomo è più «cute» mentre strizza l’occhio agli anni 90, la donna «powerful» issata su cuissardes. Con quegli innesti di faux fur che passano da un guardaroba all’altro. Con quei dettagli di perline. Con quel denim squarciato in mille fili di trama privati del loro ordito che fluttuano. E berretti da aviatore pelosi, pezzi metallici. Si parte con citazioni da pioggia, under the rain con le rilettura dei trench con qualche tocco military di capospalla con revers importanti con dettagli dorati. Un verde pronto ad accogliere quei colori tipici di Bordeaux con i suoi celebri frutti. E sempre dai giardini di Bordeaux, l’idea di utilizzare la forma delle conchiglie delle lumache che diventano elemento glodish a spirale per un top. Per questa stagione, Cecilie ha voluto evolvere il suo stile che si distingue per romanticismo. Così, su suggerimento dell'artista Casper Serjsen, si è ispirato alla mela per esplorare un lato più oscuro e sensuale. |
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June 2024
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