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La vedova nera che apre lo show di Charles de Vilmorin ha uno sguardo obliquo, mentre la strega con lunghi artigli e un’impalcatura arborea sulla testa lancia occhiate diaboliche agli spettatori. Sono creature uscite da qualche romanzo gotico, personaggi di un racconto in cui la teatralità prende il sopravvento. Ogni uscita racconta un episodio della saga di un thriller immaginario, mettendo in rivalità i colori e le forme dei maxi copricapi, che sono spesso l’elemento centrale della silhouette. È una notte senza luna, viene sottolineato, e in questo ambiente cupo gli abiti stringono il corpo in un bozzolo dal quale escono solo le mani da due spacchi laterali. Dopo il nero, i print dagli arabeschi colorati portati con stivaletti decorati di Carel, per il quale il designer firma una capsule dagli accenti fantasiosi. Il cigno bianco e il cigno nero si sfidano tra crinoline di taffeta stropicciato. Una coppia arriva con passi misurati, sembra uscita da un film di Wes Anderson
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Un momento che Viktor Horsting e Rolf Snoeren, anime creative della maison controllata dal gruppo Otb-Only the brave di Renzo Rosso, hanno voluto evocare inviando ai guest un invito che riproduce uno dei look di quella collezione, scomposto in forme geometriche. Le stesse forme tridimensionali di cubi, rettangoli, triangoli e quadrati che nelle nuove silhouette di stagione intersecano il corpo umano, trasformando e plasmando i tessuti per adattarsi a blocchi che ricordano i giocattoli dell’infanzia. Spalline, colli, busti e scollature sono così riscritti con un nuovo linguaggio enfatizzato dalla ricchezza di colori e stampe per dare autonomia a ogni elemento del look. Pois, righe, quadretti vichy, fiori e broccati si combinano in un patch continuo. Formano composizioni spontanee e ironiche, mescolando elementi di abbigliamento con astrazione, con l’obiettivo di liberare la mente dello spettatore dal passato e incoraggiare la libera esplorazione. La colonna sonora sottolinea l’atmosfera astratta della presentazione con una voce umana che vocalizza monosillabe, alludendo a testi il cui significato rimane misterioso. Le gambe sono sempre protagoniste grazie a tacchi personalizzati Christian Louboutin in raso colorato e collant a pois di Falke. In un dialogo che rende ancora più forte il constrasto tra elementi in una stessa silhouette. Lavorazioni preziose, ispirate all’arte slava, le paillettes che ricoprono il fourreau di una sirena, i fiori cuciti su un tulle color carne che sembrano spuntare dal nulla, quasi surrealisti, le piume fissate sul dress viola di velluto, molto presente in tutta la collezione o ancora il grande fiore al collo, fissato sul nastro, che riprende l’anémone puntato sulla spalla, ogni elemento invita a lasciarsi andare alla meraviglia di un reame fantastico. Una serie di abiti dal colore dorato, in cui si mescolano scintille di un lurex prezioso e costellazioni argentee attraversano un cielo notturno, tra una cascata di frange che richiamano le acque di sorgente. I corpetti sono lavoratissimi, alcuni riprendono geometrie art déco su un sontuoso gown in bianco e nero. Ma ci sono anche frivolezze red e verdi, con quel fremito che fa sussultare le leggerissime stole piumate, l’aria si fa più calma: arriva, solenne, la sposa, avvolta in una polvere di stelle dorata che si alza dal lunghissimo strascico e sembra avvolgerla come un’aura magica Respira e rilassati, prenditi uno spazio per te: ancora una volta inspira ed espira. Prendi un momento per capire che cosa significa per te. Ora pensa a un colore che per te significa felicità (e a farlo mentre davanti c’è un total black richiede molta immaginazione, ndr). A volte potrebbe essere sfidante cambiare vita e mente. Respira e permetti di fare entrare in te ogni energia positiva. E permetti al tuo corpo di espellere ogni pensiero negativo. Elimina tutto quello che non ti rende felice. E poi ricomincia: respira…”. È una seduta di autocoscienza per acquisire autostima la colonna sonora della 53esima sfilata di Balenciaga Haute Couture by Demna mentre sulla moquette beige chiara che riflette tende e pareti dell’Atelier di Avenue Georges V i vestiti della collezione si scompongono e ricompongono a piacere. Hanno trovato il loro ritmo di inspirazione ed espirazione, il loro modo di cambiare, di riapprezzarsi. “Questa collezione è un omaggio ai codici dell’abbigliamento delle sottoculture. Ho applicato il mio vocabolario ai riferimenti presenti negli ultimi due decenni delle collezioni di Cristóbal Balenciaga e le ho applicate alla mia estetica del design” dice Demna. Il processo è evidente nelle maniche a tre quarti e dell'onnipresente cappello con falda larga e rotonda. Ma non si può dire che le giacche che si attaccano ai pantaloni e diventando un pezzo unico non rappresentino lo stesso processo. Anche i grandi volumi dell’abito nuvola in gazar nero raccontano la normalità dell’alaborazione sartoriale dell'atelier. Il resto sono felpe e jeans oppure T-shirt dipinte a mano da Abdelhak Benallou, sono abiti per la donna e per l’uomo, sono patchwork di cinture che si arrotolano attorno al corpo e formano un abito da sera, sono grandi imbottiti con le maniche a tre quarti che coprono e proteggono. Il gioco si regge sulla camicia di flanella a quadri che in realtà è in seta, e un abito da sera composto di sacchetti per la spesa in plastica riciclata La collezione Haute Couture Autunno/Inverno 2024/25 di Stephane Rolland è un esempio della sua capacità di fondere l'eleganza classica con l'innovazione moderna. In questa stagione, Rolland ha lavorato con tessuti lussuosi come crêpe di lana, velluto, gazar, tulle e raso, portando una nuova interpretazione della sartoria. La collezione presenta giacche dalle spalle larghe con un tocco maschile, che fungono anche da abiti stretti, in perfetto contrasto con la fluida trasparenza dello chiffon. I modelli di Rolland trasudano sensualità con profonde scollature, schiena nuda e cinture di diamanti avvolte intorno alla pelle. Un pezzo di spicco è un abito lungo in tulle nude e chiffon nero, drappeggiato con uno scollo gazar nero e ornato da una cintura ricamata con cristalli e zaffiri. Un altro pezzo forte è una giacca a bolle realizzata in jersey bianco e nero e gazar, abbinata a una gonna lunga in jersey nero. Il look finale, un voluminoso abito bianco con cappuccio della sposa impreziosito da porcellana e petali di organza bianca, ha lasciato un'impressione duratura. Una grande perla, simbolo di purezza, armonia e amore. È al centro dell’invito alla sfilata Giorgio Armani Privé per immergere già lo spettatore nell’atmosfera che dominerà la sfilata haute couture autunno-inverno 2024/25. Esordiscono in giacche scolpite sulle spalle e corte sul busto, indossate con pantaloni fluidi in tessuti iridescenti, si lasciano abbracciare da soprabiti avvolgenti, da top e gonne liquide, oppure da lunghi abiti che accompagnano il passo rivelando seducenti trasparenze. Le perle diventano decoro, intrecciate a ricami preziosi, profilano in catene moltiplicate le schiene nude, si trasformano in una cappa corta o in macro spille poggiate sugli scolli o sui copricapi. Ricami fitti disegnano le silhouette, giocando con la luce, cascate di canottiglie danno vita a gown principeschi e cristalli si infittiscono diventando essi stessi una maglia fluida per creare giacche, pantaloni o lunghe tuniche trasparenti. La palette è declinata in un amalgama di bianco, platino, oro e nero che si impossessano dei materiali pregiati come la seta jacquard e traslucida, il velluto notturno e il tulle impalpabile. Il finale è affidato a una delle storiche modelle di Armani, vestita naturalmente con una scintillante rete di perle. La vedova nera che apre lo show di Charles de Vilmorin ha uno sguardo obliquo, mentre la strega con lunghi artigli e un’impalcatura arborea sulla testa lancia occhiate diaboliche agli spettatori. Sono creature uscite da qualche romanzo gotico, personaggi di un racconto in cui la teatralità prende il sopravvento. Ogni uscita racconta un episodio della saga di un thriller immaginario, mettendo in rivalità i colori e le forme dei maxi copricapi, che sono spesso l’elemento centrale della silhouette. È una notte senza luna, viene sottolineato, e in questo ambiente cupo gli abiti stringono il corpo in un bozzolo dal quale escono solo le mani da due spacchi laterali. Dopo il nero, i print dagli arabeschi colorati portati con stivaletti decorati di Carel, per il quale il designer firma una capsule dagli accenti fantasiosi. Il cigno bianco e il cigno nero si sfidano tra crinoline di taffeta stropicciato. Una coppia arriva con passi misurati, sembra uscita da un film di Wes Anderson Chanel sfila all’Opéra Garnier con una haute couture di transizione. Firmata dallo studio de création mode della maison della doppia C, dopo la separazione improvvisa da Virginie Viard, la collezione apre con il volto di una modella iconica degli anni più recenti del marchio. È Vittoria Ceretti vestita con una mantella nera da palcoscenico indossata con una culotte e un piccolo top. Un grande fiocco nero a fermare i capelli, elemento distintivo di tutti i look. Sandali con il tacco impreziosito da perle e cristalli per avanzare tra i corridoi esterni del teatro allestiti grazie a una scenografia del regista Christophe Honoré. Tutto è disposto per creare un effetto scenico degno del luogo ospitante così come la collezione, che rivisita i codici della casa di moda con una vena romantica e iper preziosa. Bagliori illuminano i tweed, piumette danno vita a cappe opulente, fiori esplodono sulle giacche in ricami tridimensionali mentre mantelli di taffetà scivolano sul ricco pavimento del teatro. I ball gown ricoperti di strass si alternano a suit di velluto nero, a smoking portati con una camicia dal plastron ricamato e a lunghi cappotti da gran sera. Giochi di contrasti tra materiali lucidi ed opachi si susseguono su una scena dove la luce è protagonista indiscussa. Per uno show rassicurante che culmina con applausi a scena aperta all’ingresso della maestosa mariée. |
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June 2024
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