Paragraph. Clicca qui per modificare.
La sfilata si apre con un line up di outfit maschili, in scena sui gradoni di un emiciclo. Proposte leisure mixano street e tailoring, con accenti quasi fetish e horseriding. Il womenswear è ambientato su tavole apparecchiate dalle quali le modelle salgono e scendono. Il fabric del tradizionale trench si trasforma in abiti da gran sera stile new look, omaggio al settecento evocato anche dal concerto utilizzato come soundtrack. Gli evening gown in cristalli, sui quali il knight lancia in resta del logo di maison si anima nel movimento dei corpi.
0 Comments
Pareti, pavimento e sedute sono ricoperte dal celebre tessuto di casa Chanel, quello per cui le giacche della maison sono diventate un classico. E la collazione diventa un inno al capospalla e ai cappotti in bouché dalle tinte acidulate che fanno pendant con le borse della doppia C. Un lungo cappotto rosa screziato con blu e viola o un abito burgundy con un luccichio dorato. Gonnelline bianche plissettate e piccole polo profilate di rosso e blu aprono la scena. Le misure sono ridottissime come tagliate di netto con una forbice ed evocano i look diventati ormai un’ossessione su star e influencer della spring-summer 2022 del marchio. Maglioni con fantasie argyle si abbinano a tweed per raccontare l’estetica di una borghesia un po' ribelle. La parola chiave è girlishness. L’idea di una femminilità libera dalla dualità di genere, che porta a scegliere un cast di identità diverse con moltissimi uomini. In passerella, una summa dei capisaldi della storia del marchio. Ballerine portate con calzettoni, raso per le bag goffrate e per la lingerie a vista. E poi una pioggia di cristalli sui dress e sulle giacche di pelle effetto bomber. Capelli bagnati, palpebre segnate da una banda argentata e visi perlacei. Le donne immaginate da Giambattista Valli sembrano divinità appena venute alla luce. Apre lo show con ragazze dalle gambe chilometriche issate su platform di glitter e vestite con piccoli abiti bianchi o percorsi da romantici ricami. Cuissardes altissimi sono portati con cappottini decorati da pannelli animalier. Dress di pizzo sono segnati da fiocchi, mentre lane sono intrecciate a paillettes argentee. In un crescendo che conduce ai gown del finale, tra chilometri di tulle in toni pastello, interrotti da flash di arancione fluo e cascate di pizzo. Una musica strong scandisce il passo dei modelli protagonisti dello show di Givenchy. Che parte con un omaggio alle iconiche T-shirt stampate del passato più recente della maison di Lvmh per arrivare alle perle, elemento che affonda le radici in una storia più remota, usate a piene mani per dress dai lembi fluttuanti e per collane portate con attitudine street. In scena trench fluttuanti per lui e per lei, ampi pantaloni slouchy, abiti di maglia sagomati sul corpo o denim strappato indossato con maglie seconda pelle. In un crescendo che affina il processo di evoluzione street della label. Stella McCartney sceglie di sfilare con una collezione che celebra la collaborazione con l’artista americano Frank Stella. «Stella by Stella», come racconta la designer. Che sceglie di avviare lo show con il peace speech di John Kennedy e di concluderlo con le parole di John Lennon, «il migliore amico di mio padre». In scena un trionfo di prints grafici per dress drappeggiati, coat faux fur a losanghe, tute di maglia rigata, cargo pants e jumpsuit di denim. Per costruire un guardaroba cool. Tra top e gonne-foulard, maglioni pesanti legati in vita su una polo da rugby, pantaloni larghi inanellati con fiori. E grandi giacche avvolgenti. A ricordare una libertà delle generazioni di oggi, tra il respiro di nuove metropoli orientali, serie di Netflix, donne fenomeno di Euphoria o Squid game. Fino a quel mondo legato alla musica che porta sulle maglie immagini che sembrano poster staccati dalle pareti delle camerette. Molto grunge 3.0. «Questo show non necessita spiegazioni. È una dedica al non aver paura, alla resistenza, alla vittoria dell’amore e della pace». Vento, neve, il cielo che cambia, colpi di fulmine. Mettono a dura prova la camminata dei modelli, con grandi stivali cuissard oversize e tacco a spillo, per lui e per lei. Le borse sembrano garbage bag in quel nero lucido inconfondibile, gli strascichi degli abiti da sera diventano code di aquiloni e volano via. Una passerella che ricorda però anche, visto il momento, un fuga impervia di una popolazione profuga fra i ghiacciai. Coinvolgente, commuovente. Un gesto radicale. Puntare su un solo colore, il rosa. Che si impossessa della sala della sfilata, che riveste ogni singolo look con l’interruzione improvvisa del nero profondo, creando una sorta di cortocircuito. Abiti corti si aprono come fiori di cristalli, suit morbidi scivolano sul corpo, jumpsuit svelano un grafico scollo a onda, camicie ricamate di paillette si portano con un pantalone maschile e una T-shirt di paillettes diventa abito. Già dai primi look il couturier libanese mostra che il volume è stato aumentato, che nell’obiettivo c’è una donna più giovane, ribelle. Quasi punk, con gli anfibi a metà polpaccio e le tinte forti che si scontrano con voluta provocazione. Però i fiori sono sempre presenti e anzi sbocciano a grappoli man mano che la sfilata avanza. Scintillano su bomber e gonnelloni o sono ricamati a rilievo su un cappotto verde di velluto. Arrivano le paillettes, gli abiti-gioiello con il décolleté e il busto profilati da un'orlatura dorata che si modella plasticamente sul corpo. Le piume, i pizzi superbi dei lunghi dress, le maniche che si gonfiano sotto l’effetto di scultorei plissé sono la signature di Elie Saab e del suo mondo notturno e teatrale. |
AuthorWrite something about yourself. No need to be fancy, just an overview. Archives
June 2024
Categories |