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In questo personaggio dark che si muove in un decor Art deco, Owens trova ispirazione per una donna powerful e orgogliosa. Su di lei si drappeggiano voluttuosi strascichi e bluson di pelle dalla texture morbidissima. Cammina avvolta in membrane gelatinose, che modellano un corpo essenziale intorno al quale volteggiano lembi di stoffa come raggi di una medusa. Dalla scalinata scendono ampi gown di tulle sostenibile, ricavato dai rifiuti degli oceani e delle discariche. Contributo del designer agli sforzi che oggi tutti fanno per adottare pratiche responsabili nei confronti del pianeta; un impegno ribadito anche dall’uso esclusivo di jersey di cotone certificato organico. Le spalle sono lasciate spesso a vista, oppure chiuse in corpetti che richiamo le ali di una farfalla, stette e a punta per allungare le braccia. Gli stivali dal solido plateau, con lacci e piume, alti e selvaggi, trasmettono una placida solidità alla silhouette.
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La collezione Primavera Estate 2023 di Schiaparelli trae ispirazione da più mondi diversi, ma alla fine saranno tutti coloro che la vestiranno ad attribuirne un valore finale. Tra i tessuti utilizzati sono il raso e la seta ad impreziosire ogni singolo look, ma lo fanno anche il cotone e la lana delle gonne tubino. capelli trompe l’oeil, inossidabili dettagli gold, abiti con cappuccio e look total deni “Abbiamo tutti visto il cambiamento climatico quest'estate. Abbiamo visto tutti incendi in tutto il mondo. E tornare con una sfilata a settembre, pensando se i nostri pantaloni saranno a vita alta o bassa, mi sembra un po' futile". Così ha detto Olivier Rousteing prima di uno spettacolo che è stato in parti uguali stimolante, irritante e sorprendente. La sorpresa più grande è stata Cher, che è apparsa al finale di questo spettacolo di oltre 100 look con Rousteing in passerella. La collezione, quando è scesa in passerella, non era quasi il punto: ma gli elementi principali erano transculturali e contrastati con riferimenti rinascimentali (questo un leggero riciclo di Gaultier) nelle stampe e negli accessori astronomicamente fissati. Poi è arrivata una collezione couture ben curata che è stata comunque così impegnativa (e stretta) per le modelle che è durata circa 15 minuti in più. L'allestimento stesso ribadisce la visione con l'artista Paolo Montiel-Coppa che ha creato un'installazione per re-immaginare l'emblema dell'agenzia spagnola Fusion for energy come un «mandala per l'umanità», uno schema di cerchi e altre figure concentriche rappresentante l'universo e la sua origine. E proprio il tema del cerchio è ricorrente nella collezione. Sono rivetti che aprono buchi su cappotti e pantaloni. Sono paillettes nere e lucide come squame stellari. Sono quegli incroci negli abiti di maglia traforati con forme tondeggianti. Sono feritoie come satelliti su abiti-tunica bianchi. Un po' spaziali, un po' sportivi come quei giubbotti con rinforzi e lacci lasciati a penzolare. Tutto applicato a quel concetto di moda responsabile che da sempre accompagna il lavoro di Gabriela Hearst Le gonne si accorciano, le scollature si allargano, ma aleggia sempre l'attrazione per la Belle époque. Enormi ruches increspano le maniche, diventano abiti e gonne dalla schiumosa consistenza bianca. Sono il tema ricorrente, diventano mantelline azzurre o riecheggiano le movenze carioca in completi di un rosa fiammeggiante. I quadri su sfondo panna, molto british, richiamano i completi dei dandy un po' gaglioffi. Rigata è anche la camicia che spunta dal corsetto che fascia i fianchi di pelle nera, introduzione a una gonna a balze. Corsettati sono gli stivali, con punta aperta, portati alti fin sotto gli orli della mini. Ma de Vilmorin ribadisce anche l'amore per quella donna-fiore che si circonda di stampati botanici e porta i colli come corolle. Più underground, l’abito-tablier di pelle nera per una silhouette dark e misteriosa. Il nero, che occupa l'ultima parte dello show è un omaggio a un Novecento rivisto in chiave ribelle, con la canottiera che accende di glamour la gonna lunga e la «gabbia» delle crinoline privata del suo rivestimento, oscillante sui leggings. Ai piedi, oltre a sandali e stivali, anche décolleté con tacco sferico trasparente, quasi un fermacarte col quale segnare il passo. Le modelle sfilano in tondo, mentre una cascata di sabbia al centro evoca il tempo che passa, un po' clessidra un po' Dune. I look sono street, ma reloaded. Variazioni sul denim, sulla pelle, sulla lingerie. Gonne longuette al polpaccio che si stringono verso l'orlo per un'andatura sensuale. Giubbotti da biker con maxi shoulders arrotondate. Corpetti guêpière prestati dall'underwear. Giacche tagliate a vivo con frange di fili pendenti. E scarpe appuntite spesso unite ai collant a formare un tutt'uno light. Immancabili micro gonne e mini dress svelano le gambe. Poi pelle e vinile, lo specchiato à la Courrèges. Tra abiti fascianti con aperture rivelatrici, come quelli portati in scena da top come Vittoria Ceretti e Bella Hadid Una sinfonia di uscite total black, da old masters fiamminghi. Giocate con maestria tra volumi, pieghe, rigonfiamenti meditati. Ora in mini dress ora in giacchini tailored. Il tutto inizia ad addensarsi con qualche accessorio in plexi o in vetro soffiato. Tocchi d’oro e scarpe dal tacco gioiello. Il primo movimento dei neri sfocia in una sezione dalle tinte floreali con progressiva comparsa di una sofisticata maglieria. I look sono fatti di layers per ora in color block. Sono le uscite che portano al gran finale a vedere l’esplosione di flower prints, sempre più pervasivi in un finale romantico. Con un happy ending in cui tutte le modelle si incrociano sul set come in un’esplosione di vita ed energia Dalle silhouette ipergrafiche e allungate, con lunghi abiti di maglia trasparente, con top incrociati e grandi spalle che ricordano gli anni 80. Con una palette very Ysl, con grandi orecchini, occhiali da sole e cagoule che regalano un velo di mistero. Una collezione mista che, facendo leva su un alternarsi di bianchi e neri poiché gli sprazzi di colore arrivano solo nel finale, crea una modularità trompe l’œil su look dal piglio dinamico e dagli scintillii opalescenti. I corsetti frenano lo slancio delle camicie, le frange ricorrenti disegnano paesaggi in movimento su gonne e pantaloni maschili, come stendardi svolazzanti di un esercito di guerrieri interconnessi. Le calzamaglie inglobano il piede per un effetto materico, per lui invece le giacche sono impreziosite da gocce argentee e forature a losanga. Maria Grazia Chiuri ambienta la spring-summer 2023 di Dior in una caverna artificiale disegnata dall’artista Eva Jospin. Maria Grazia Chiuri riconduce all’oggi il busto che diventa forma quasi geometrica che perimetra il torace. Così la guêpière, a volte nascosta, a volte evidente, costruisce una silhouette eco delle ampie gonne indossate alla corte di Caterina de Medici. Il savoir-faire dell’oggi si appropria dell’antica tradizione: sono allora cappotti in rafia incrostati di fiori e uccelli. |
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June 2024
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