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Le prime uscite hanno le nuances della terra rossa. Sahariane i overall in pelle morbida e sottile come seta. I colori emanati dal paesaggio diventano vivi, si muovono, luccicano: rosso cotto dal sole, giallo zolfo, giallo ocra, ebano, sabbia, marrone. E poi il rosa aurora per il mattino, per trattenere il fresco prima che svanisca. Abiti che sembrano derivare da reti, alcuni ricordano su tutta la loro lunghezza il fluttuare di una bandiera. Pantaloni, shorts e blouson realizzati in materiali solitamente pensati per proteggerci, come una tenda, che si apre con l’aiuto di corde da annodare per creare un dialogo con il mondo esterno, vivente
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Le silhouette sottolineano le ossessioni di Victoria Beckham: sartoria maschile costruita accanto ad abiti sinuosi e sensuali, che ricordano la lingerie, consapevoli del corpo. Le dicotomie animano la collezione, che si muove tra soft e hard, strutturato e fluido. L’abito viene celebrato come espressione della femminilità. I tagli sbiechi e a spirale esplorano una morbidezza e una forza evocate attraverso la delicatezza. La sartoria viene decostruita, tagliata via per rivelare la costruzione interna dei pezzi, insieme al corpo stesso. Con una semplice riduzione, i capi si trasformano. La sensualità è evocata attraverso tessuti e tagli che trattengono teneramente il corpo. Anche attraverso stampe trompe l’oeil e tecniche di collage, che lasciano ricordi di dettagli sartoriali tracciati in un gioco quasi surrealista E il futuro, per Coperni, è fatto di giacche riversate sulla schiena e abiti lingerie. Piccoli dress come armature e fiori vinilici. Vite bassissime e spalle boxy. Applicazioni come di vetri che si infrangono. E sul finale compare Bella Hadid, seminuda. Sale sulla pedana al centro della scena e strati di cellulosa le sono spruzzati sul corpo scultoreo. Diventano un vestito. Capace di muoversi. Questione di fisica. Di physique du rôle. Lussuosa, sbarazzina e grafica, era tutta una questione di colori e passamanerie, maxi-orecchini, bindi di cristallo, turbanti e grandi sfumature. Valli ha dimostrato la sua astuzia filata a mano in una giacca e pantaloncini ricoperti da una stampa trompe l'oeil che imitava la bergère prima che il vero affare si manifestasse in vari abiti di paglia intrecciati come bergère. Gli intrugli in due pezzi incentrati sulla parte superiore del reggiseno e le influenze dei gladiatori nelle gonne e nei sandali ingioiellati hanno cementato l'atmosfera romana. Echeggiava in sagome che avevano un'antichità intorno a loro, che alimentava anche la nozione di nomade, come top e abiti arricciati, drappeggiati e attorcigliati su se stessi, o abiti con frange finemente bordate di perline le cui forme erano definite da trecce dorate. É utile pensare a questa sfilata di Loewe come un complemento alla collezione di JW Anderson a Londra. Mentre lì Jonathan Anderson ci spingeva a mettere in discussione la falsità dietro i nostri schermi, qui ha deciso di esplorare il falso in natura. Un gigantesco anthurium in fibra di vetro è cresciuto da un buco nel pavimento nella sua location dello spettacolo, e ha adattato il fiore dall'aspetto irreale per i vestiti, modellando corpetti che avvolgevano il busto e le coppe del reggiseno dalle suggestive fioriture. Queste non erano femme fleurs nel modo in cui la moda era solita concepire il termine - per prima cosa lo spadice nodoso dell'anturio non assomiglia tanto a un fallo eretto; per un altro il fiore è velenoso. Le donne che indosseranno questi abiti si credono più pericolose che delicate. La formula di Isabel Marant è chiara. Capi facili da indossare e ingenuamente sexy. Alti stivali e capospalla oversize per l’inverno, piccoli abiti effortless e qualche accenno di glam sport per l’estate. C’è qualche tuta tecnica quanto basta e incrostazioni appena vistose in striminziti bolero e ancora più micro minigonne e top svolazzanti che mostrano la pancia. Come le vite basse di pantaloni cargo. Crochet per i costumi e tocchi di argento spalmato, mai in total look |
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June 2024
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