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Glamour anni 90 e colori brillanti. L’autunno-inverno 2022/23 di Tom Ford brilla di una lucentezza speciale, nei look per lui e in quelli per lei. Le silhouette si confermano quelle casual che avevano sfilato sul catwalk allestito al Koch theater in autunno, ma senza bling-bling. Smooth e relaxed, i look per lei abbandonano catene d'oro e glitzy sequins per tessuti preziosi ma morbidi, dal satin al cashmere, dal mohair al velluto, scelto anche per i sandali dal tacco scultura e per le i-Phone case con catena. Soft glow. Il bagliore è sostituito da sofisticati accostamenti di colore ton-sur-ton e le forme ricordano quelle dell’athleisure, definite da cappucci dai riflessi liquidi che incorniciano il volto di moderne Grace Jones, che indossano un eyewear squadrato e colorato. Anche i capi in pelle hanno un finish opaco, mentre le piume danno forma a coat dai colori preziosi come gioielli, dall’ametista all’acquamarina, o definiscono i bordi di minidress. Il lusso gioca con un coté concettuale, appena graffiato di sfarzo. Giocato sugli stessi codici, il menswear fa spazio a lavorazioni jacquard per le giacche da sera e i suit, mentre il comfort è spinto all’estremo con l’ingresso di lussuose slippers in velluto, indossate con calzini di cashmere a contrasto
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Abbinamenti audaci di stampe floreali o psichedeliche, grafismi e flash di colore caratterizzano i look tra intarsi, cuciture a vista, intrecci e drappeggi. Il tailoring, elemento chiave del lavoro dello stilista, esalta le forme. Le spalle son definite e una costruzione più morbida del blazer crea un sofisticato drappeggio. Giacche e soprabiti sono studiati per accentuare il punto vita e rever leggermente a scialle seguono le linee del corpo. I pantaloni sono a vita alta sono scampanati o a gamba dritta. Una fantasia a zig zag, già impiegata nel menswear, si impossessa delle maglie in mohair lavorate a intarsio e su velluto jacquard tono su tono. Tra i vestitini metalizzati, dettagli intergalattici in oro e un pizzico di sportswaer, Balmain per la sfilata A/I 2022 brilla in una danza raffinata ma pur sempre fastosa Capitanato da Gigi e Bella Hadid, sfila un line-up da favola. Celebrity skin, si potrebbe dire, che porta in scena un sartoriale reloaded. I cappotti si deformano, il colletto copre la testa a mo' di cappuccio, i revers incorniciano il volto. I jeans diventano scaldamuscoli fermati sopra al ginocchio da cinture che si stringono, sovrapposti ai fuseaux. Da una giacca si fa una divisa di micro jacket e micro gonna. Le hoodie hanno piccole orecchie feline, le cravatte si attorcigliano in un minidress. Ai piedi, tra parigine e stivali, ecco le sneakers di Adidas. Il nero entra in scena come un principe romantico, denso e velato, grafico e cavalleresco. E un Rochas più novecentesco, con i cappelli da marchesa Casati, plissè ripetuti a cascata, gonne drappeggiate, ruches, piumaggi. Un Rochas che cavalca sull’onda delle epoche, che cita la Parigi della Bella époque e quella dei grandi artisti del dopoguerra. La sfilata è un’ode alla fisicità di capi tagliati, ricuciti, invecchiati. «Pensavo all’idea di patchwork emozionale», ha commentato il direttore creativo Jonny Johansson, «si tratta di creare qualcosa di nuovo da qualcosa di familiare. Non è un atto distruttivo o anarchico, ma pone l’attenzione sulla bellezza del riparare». Le imbottiture si rivelano nelle cuciture a vista, in un’esplorazione di ciò che è finito e ciò che non lo è. Le gonne paper bag si allungano fino ai piedi, la sartoria è over ma minimale. Mentre il knitwear, i guanti, i ball gown e persino gli alti stivali in maglia sono usurati e riparati con cristalli. I cappotti trapuntati sono invece realizzati con tessuti da tappezzeria e gli abiti foulard hanno lunghe frange. In sala, la passerella si snoda attorno a un enorme quadrato invaso da lattine accartocciate. Formano cumuli dai bagliori argentei, l’effetto è ipnotico e abbacinante. Il silver della Space age, che tutti ricordano per aver segnato il successo di Courrèges, incontra una nuova vita. Con una lezione di geometria in versione rave techno-spaziale. Sunglasses fuori taglia coprono il viso, immancabili micro gonne e minidress svelano le gambe. Un capospalla estende la sua dimensione con alettoni sul retro. Le modelle camminano a passo spedito, issate su cuissardes che portano nel presente i Go-go boots. Pelle e vinile e specchiati à la Courrèges. Una musica solenne, come una litania, accompagna il passo delle modelle che incedono fasciate in lunghe gonne con passo solenne. Le giacche e i cappotti sono segnati da spalle giganti. Pellicce faux fur svelano colli enormi e volumi 80s. Gambe chilometriche svettano fasciate in leggings lucidi. Scolli degli abiti da sera svelano tagli come geometrie Art deco mentre l’estetica dell’attivista Nancy Cunard ispira Anthony nel crear i suit maschili del finale tra blazer portati nudi sulla pelle e pantaloni abbandonati sui tacchi affilati. E se un elevated activewear è protagonista del lavoro a sei mani, in passerella sfilano ora pizzi, incrostazioni preziose come ricami, guanti come sculture. D’altronde, Christelle Kocher si muove con la leggiadria di una piuma tra i virtuosismi dell’atelier e la realtà più urbana dell’abbigliamento tecnico. E nel défilé, forse il primo senza feather, arriva comunque quel know-how che la stilista ha sviluppato come direttore artistico della Maison Lemarié, il plumassier dell'universo Chanel. In un mix di delicatezza e sfrontatezza nei dettagli bondage, sfilano trasparenze e volant. Bar jacket che, grazie al contributo dello studio D-Air lab, branca di Dainese, è stata rivisitata con un sistema che regola l’umidità del corpo e lo riscalda. Come i corsetti, stretti sul corpo alla maniera di gusci che proteggono le giacche dei motociclisti, e abbinati a gonne di grisaglia scomposte, corte o lunghe, asimmetriche o plissettate. Uno statement che prende forma sin dal primo look: una tuta con una sorta di sistema venoso e arterioso di due diversi colori che mantiene la temperatura costante. O ancora i ricami di rete tecnica sugli impermeabili o sul cashmere, il nylon idrorepellente per i broccati dall’effetto consumato, i piumini tech… Fino alle scarpe, ispirate alle creazioni storiche di Roger Vivier per la maison. |
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June 2024
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