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Una sensualità a fior di pelle si sprigiona da abiti le cui morbide fluidità accarezzano il corpo senza costrizioni. In una Salle Pleyel immacolata e lucente, lo stilista dispone la sua armada di abiti da sera impreziositi da una lunga successione di bottoni gioiello o da fiocchi di seta (la signature del couturier). Ci sono cappe dal sapore notturno che disegnano corolle maestose intorno al capo. Ancora, un nude ammaliante prende il sopravvento sul bianco e il nero, per ricordare quel rapporto al desiderio che l’abito suscita con la Sua danza. E pizzi e fourreau luccicanti per celebrare il ritorno alla gioia di vivere. Mabille porta in passerella il fascino traboccante di pathos di abiti da diva, con un’abbondanza di stoffe preziose e di scenografici pizzi.
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Charlotte Casiraghi entra a cavallo nel grande ippodromo-installazione creato dall’artista Xavier Veilhan. Nell’aria le note musicali di Sébastien Tellier. Linee scivolate delle tuniche semplici ma anche nei fiocchi over che decorano le gonne di tulle effetto nuvola. A scandire il giorno sono i codici della griffe della doppia C, con i bouclé preziosi e i giochi di black & white, in sovrapposizioni inattese di gonne lineari e gonne-pareo portate in ensemble. Le broderie preziose, i piumaggi leggeri, i pizzi metallizzati o le bordature deluxe che profilano le giacche sono le poche eccezioni di frivolezza in una stagione che predica severità e compostezza. A partire dalle scarpe, le classiche bicolore create da mademoiselle che lei considerava A raccontare un manifesto di craftsmanship globale, gridato a gran voce da Maria Grazia Chiuri. Nei colori, in una sinfonia di bianchi, neri e grigi con acuti di argento liquido. Nelle forme, geometriche e lineari. Nelle costruzioni, che affondano le loro radici nella cultura dell’atelier. Il focus è tutto sui ricami che dalle shoes salgono sui collant tintinnati. E poi i drappeggi eterei, i plissé che si muovono a ogni sospiro d’aria, le sete che paiono appoggiate delicatamente sul corpo o i tulle che avvolgono la figura come una nebbia sottile. L’insieme racconta un minimalismo lussuosamente chic. «Credo che oggi si debbano trovare nuovi linguaggi nella couture, che deve sperimentare per proiettarsi nel suo domani. Georges Hobeika Couture 2022 Per la stilista russa, la biancheria femminile diventa il punto di partenza per silhouette che esaltano maliziosamente le forme del corpo. A partire dal seno, messo in evidenza dall'uso del bra, portato come top su sinuosi co-ords o scelto come focus per la costruzione dell'evening wear più prezioso. A cui danno forma sottili lavorazioni a crochet, che inglobano fili di lurex, e in pizzo Yalets, mentre bustier e corsetti sono impreziositi da elementi di cristalli multicolore creati dalla storica manifattura russa Gus Applicazioni e ricami scintillanti, che mettono in luce le tecniche artigianali della maison, ricorrono anche su suit dalla costruzione impeccabile e su capospalla dalle silhouette che si stringono sul punto vita ed enfatizzano le spalle. Mentre in testa spuntano cuffie con applicazioni floreali in delicate nuances pastello o flapper cap intessuti di cristalli. E c'è spazio anche per lui in questa collezione che omaggia la seduzione delle notti parigine. Un tanguero che sopra la camicia in seta operata indossa gilet in maglia e coat doppiopetto dai dettagli shiny. Alle mani, guanti di pelle nera. Casquè Daniel Roseberry ha affrontato la sua sfilata alla settimana della moda di Parigi con l'intento di trovare un posto appropriato e adatto per la moda in mezzo al caos e alla perdita della pandemia di COVID-19. Intitolato An Age of Discipline, Roseberry ha deciso di creare una collezione piena di dramma senza i colori forti e le grandi silhouette che ci si aspetterebbe. Invece, Roseberry ha creato una collezione composta da soli tre colori: nero, bianco e la firma Maison Schiaparelli oro. Ispirata a una "mitica alta sacerdotessa", l'ultima collezione di Roseberry è la definizione di lusso elegantemente sobrio. La collezione è piena di silhouette semplici e su misura accanto a strutture in oro elaborate e pesantemente dettagliate. L'effetto è etereo e magico: la giustapposizione tra semplicità e complessità è davvero incantevole. Ritmato da un incrocio di archi suonati dal vivo, il fashion show prosegue sotto le volte del Carreau du Temple di Parigi, accompagnato dall'incedere degli acrobati, dai balli improvvisi dei performer e dal passo deciso dei modelli. Srotolandosi lungo un pavimento azzurro ghiaccio, la visione metafisica di Virgil Abloh si traduce così in un guardaroba di abiti-sorpresa: ci sono gli slanci scultorei quasi da haute couture, come le ali di farfalla o i cappelli dalle lunghe orecchie d'asino, i segni e i colori dello street style e i volumi prima costruiti e poi scomposti del nuovo prêt-à-porter. Tute da ginnastica, completi da lavoro, bermuda appena sopra il ginocchio e lunghe gonne in tulle traducono tra tessuti effetto peluche, velluti cangianti e maglieria jacquard le infinite possibilità del vestire. E non solo. In pedana un vero e proprio dialogo estetico tra il fondatore e il designer inglese. Fatto di un tailoring romantico tinteggiato di toni pastello, grazie a una palette delicatamente chic. A raccontare la stagione i temi cari a monsieur: i mughetti, i tessuti brodé della couture, i pied de poule discreti, i taffetà e le toile de jouy, i maculati e i ricami sfavillanti. A fare da contrasto ai neri profondi, alle grisaglie o ai tocchi di lussuoso brown. Spotlight anche sulla collaborazione di stagione: nascono i sandali Dior by Birkenstock sfoggiati sotto i completi formali o portati con le nuove bag porta fiori. E a fine show, mentre i modelli si dispongono sul ponte con Parigi alle spalle, Kim Jones esce a raccogliere gli applausi insieme a Stephen Jones che ha creato con lui tutti i cappelli dello show. Un’improbabile location nei quartieri “caldi” di Parigi nel deposito di una società di trasporti. Una passerella lunghissima della quale non si vedono gli estremi Completi incartati in un tulle impalpabile, annodati, accartocciati: le giacche e i tricot di Y/project danno all’abito un senso di appropriazione vissuta. I top e i giacconi da grande inverno si avvinghiano al corpo; i cappucci nascondono le identità. Il corpo si protegge oppure si rivela completamente dietro abiti leggeri dai print in trompe l’œil. |
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June 2024
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